GDV - 18 Settembre 2012

IL COVOLO

Il nostro teatro è un gioco
da fare insieme

L ́ultima volta che abbiamo parlato di loro è stato, alcuni mesi fa, per raccontarne le avventure in terra di Francia, dove erano stati inviati in veste di ambasciatori culturali, con il loro “Il malato immaginato" tratto da Molière, del gemellaggio stretto tra Longare e Valaurie. Già allora, per Il Covolo di Longare, una nuova commedia era nell ́aria e ora la scelta è confermata dal regista Nicola Pegoraro, che del nuovo lavoro - così come di tutti quelli della formazione vicentina - è anche autore. Lo abbiamo incontrato per qualche gustosa anticipazione.

Dunque la nuova commedia sarà...
“Per colpa del Morbin", liberamente ispirata a un racconto di
difficili", testo che avevamo letto diverso tempo fa e che poi, per caso, è risaltato fuori. Nell ́originale si parla di un luminare, il prof. Sergio Leprani, mentre nel mio lavoro incontriamo il professor Morbin. Ci stiamo già lavorando per debuttare nella prossima stagione estiva.
E come si colloca questa commedia nel vostro percorso artistico?
Come tematica siamo certamente collegati sia a “Il malato immaginato" sia a “Dei Ospital", con al centro la sanità e la prepotenza dei meccanismi che spesso vi si nascondono, tali ad esempio da portare alcune persone a fare di tutto pur di tutelare il luminare di turno e solo per interessi economici.
E sul versante tecnico, registico e interpretativo?
Direi che la struttura è più semplice rispetto a quanto realizzato ne “Il malato immaginato": con questo lavoro torniamo a un ́opera che si muove per quadri, con figure macchiettistiche e il ritorno anche a una comicità molto nostrana, diretta. Sicuramente “Il malato" è stato una bella palestra, sia per la recitazione che per l ́allestimento: puntiamo quindi ad una particolare cura anche nelle scene e nei costumi.
Lei può essere considerato un “autore di compagnia”: quanto la influenzano gli attori che ha a disposizione?
Sicuramente ho dei modelli, ossia gli attori che sono da tempo più presenti nella formazione. In questo caso, però, c ́è una maggiore influenza del narrato sul resto: diciamo che gli attori dovranno correre dietro ai personaggi e non viceversa.
Ruoli già assegnati?
Quando ho consegnato il copione agli attori ho chiesto a ciascuno di individuare due personaggi graditi. Loro però hanno chiesto che fossi io a scegliere. Alla fine ci si è trovati a metà strada. Il fatto è che Il Covolo non ha e non vuole avere il “primo attore": il teatro amatoriale è un gioco, e noi vogliamo giocare tutti, quindi si punta al ricambio, perché tutti si divertano.
Intanto, altri programmi in vista?
Repliche a parte, verso la metà di novembre saremo di scena con uno spettacolo itinerante per la rassegna che la Regione dedica al mistero: sarà ambientato nel Trecento, all ́epoca dell ́invasione da parte dei padovani.

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